Da Pieve di Soligo a Conegliano per ammirare i capolavori di uno dei maestri indiscussi della pittura europea del Novecento: Giorgio De Chirico. In queste settimane, gli studenti della scuola secondaria di I grado “Balbi-Valier” hanno fatto visita alla grande mostra Giorgio De Chirico. Metafisica continua organizzata da ARTIKA nelle sale di Palazzo Sarcinelli, aperta fino al 25 febbraio.
Capace di far convivere i riferimenti alla classicità con lo stile pittorico modernista e capace, al tempo stesso, di andare oltre il moderno, aprendo la strada a Dadaismo e Surrealismo, De Chirico è una sfida continua. Ma le mostre insegnano proprio a capire un artista, attraverso un’accurata selezione di appunti oltre che di opere. E i ragazzi hanno potuto apprezzarlo appieno, anche grazie all’accompagnamento esperto e appassionato di una guida. Si sono immersi nei significati di ogni rappresentazione, scoprendo la personalità dell’artista al di là delle opere. A incuriosire gli studenti sono stati soprattutto i manichini da sarto, figure senza volto, sospese tra sogno e realtà, ma anche varie figure geometriche inserite in ogni quadro, oggetti inattesi inseriti nella trama di una pittura che confonde, e invita ad andare oltre ciò che si vede. Gli studenti, poi, attraverso la mostra, hanno potuto conoscere da vicino un’ampia gamma di tecniche (pittura, disegno, acquarello, scultura e litografia), tutte quelle in cui il maestro si è cimentato e che i prestiti selezionati non mancano di mettere in evidenza.
Ecco allora che l’uscita alla mostra diventa un’esperienza formativa.
«In modo un po’ superficiale si è sempre detto che a scuola si va per “farsi” una cultura, e questa viene non solo dai libri, dai bravi insegnanti e dagli esempi importanti, ma anche dal mondo. Le scuole, allora, non possono più fare da sé, ma devono imparare a catturare le buone “frequenze”, quelle più vicine a noi, innanzitutto, per rielaborarle, perché diventino utili strumenti di formazione per i propri allievi. La disponibilità a “catturare”, fra le tante frequenze, quelle emesse dalla mostra su Giorgio De Chirico a Conegliano, è stata, da parte della nostra scuola, pronta, immediata» afferma Luis Piai, professore di Arte e Immagine al Collegio “Balbi-Valier”.
L’insegnante sottolinea poi la complessità di questa “cattura”, «perché la rielaborazione dei temi artistici proposti da De Chirico non è spontanea e semplice e non ci si può accontentare di stereotipi puramente descrittivi: il pittore dei manichini, delle squadre, dei guanti appesi, delle piazze vuote....; e la cosa si complica quando i tuoi studenti sono ragazze e ragazzi di dodici-tredici anni, figli di questo tempo, per cui non hanno più idea di che cosa possa essere un manichino da sarto o una musa, figuriamoci un interno metafisico!».
Qui si gioca l’azione didattica: la visita alla mostra non è fine a se stessa, ma ha un prima – preparazione – e un dopo – ripresa e approfondimento – in classe.
«Con pazienza e tempo – continua Piai – i nostri insegnanti hanno svelato e sciolto tanti temi della pittura di De Chirico, osservando e analizzando le sue opere più importanti, definendone contesti storici, umani ed esistenziali, impadronendosi della sua opera e copiandone anche le forme nel disegno, e, ancora, sfruttando la sua pittura come pretesto per un nuovo racconto, per una diversa narrazione, scoprendo magari proprio in quella immagine cose inaspettate e solo superficialmente colte. Ecco perché i nostri ragazzi hanno apprezzato la visione della mostra. Perché avevano già pronte delle domande, dei dubbi, delle conoscenze da rendere vive nella visione materiale e concreta delle pitture, che poi è sempre la strada maestra nella conoscenza dell’arte, per poi discuterne, elaborando quanto raccolto».