Riflettere intorno al termine SCUOLA in periodo di Coronavirus potrebbe apparire ridondante; mediaticamente, infatti, l’"ambito scuola" ha fatto parlare molto di sé e termini come registro elettronico, didattica a distanza, aula virtuale, test su piattaforma, caricamento compiti sono entrati nel lessico d’uso comune.
Si è tendenzialmente discusso della scuola connotandola nell'ottica del “cambiamento”: in effetti, attraverso la Didattica a Distanza, sono cambiati gli spazi, i tempi, le modalità del “fare scuola”; le contingenze hanno necessariamente richiesto l’implementazione e l’introduzione di metodologie e strumenti nuovi.
Ma ciò che non è cambiato è la natura intrinseca della scuola stessa, la sua missione didattica, educativa e formativa. Anzi, forse abbiamo riscoperto, abbiamo ridato valore alla più vera vocazione della scuola, quella che può essere descritta con un’immagine: mani che accompagnano.
Quella vocazione che quotidianamente fa sì che insegnanti, educatori, impiegati, dirigenti, collaboratori tutti prendano per mano gli allievi, con le loro famiglie, per affrontare insieme le sfide.
Quella vocazione che, nell'esperienza concreta della nostra scuola, ha continuato a guidare le mani del Collegio nel ripensare la scuola in DaD.
Fin dalle prime settimane di sospensione del servizio scolastico “in presenza”, è stato implementato e ottimizzato l’utilizzo del registro elettronico; con il protrarsi delle restrizioni, il Collegio ha avviato la predisposizione di una piattaforma protetta all'interno della quale poter svolgere video-lezioni in diretta. Progressivamente, anche i dipendenti del Collegio, alle prese con il blasonato smartworking, hanno potuto usufruire di strumenti adeguati a garantire, con professionalità e in sicurezza, il servizio scolastico.
Da un lato, quindi, in questi mesi la scuola è cambiata perché ha dovuto necessariamente rinnovarsi; dall'altro, la scuola stessa ha potuto ribadire fermamente il suo essere più profondo, accompagnando per mano – gradualmente - studenti, famiglie, dipendenti di fronte a una situazione così delicata e non smettendo di garantire, mediante nuovi mezzi, quelle dimensioni di confronto, di ascolto, di scambio, di relazione che costituiscono i cardini dell’azione educativa.