Martedì 21 maggio genitori, insegnanti, sacerdoti, catechisti, animatori, educatori non si sono fatti mancare l’opportunità di ascoltare uno dei massimi esperti in Italia di età evolutiva, Alberto Pellai.
Invitato a Pieve di Soligo dal Comitato Genitori AGESC del Collegio Balbi-Valier, il noto psicoterapeuta ha parlato in modo aperto e schietto, da professionista ma soprattutto da padre di quattro figli:
«Siamo così immersi nell’online che non riusciamo più a immaginare di poterne fare a meno»: non più nativi ma natanti digitali. È un rischio, soprattutto per adolescenti e preadolescenti, i quali, proprio nel momento in cui dovrebbero tenere alto lo sguardo sulla vita, impattano con quell’oggetto (smartphone o tablet) che, al contrario, fa abbassare lo sguardo: fare cose dentro uno schermo non attiva risorse interne necessarie a individuarsi ma solo spinte dopaminergiche che fanno perdere ogni forma di controllo e tolgono motivazione e interesse a tutto il resto.
Il dott. Pellai incoraggia un’inversione di rotta. Il richiamo è alla responsabilità adulta: «Quanto ci sentiamo responsabili?». E invita a riflettere: «Noi oggi, genitori del terzo millennio, ci occupiamo profondamente della felicità dei nostri figli, però, paradossalmente, abbiamo giovani con il più basso grado di salute mentale degli ultimi cent’anni, con crescita di disturbi quali ansia, depressione, autolesionismo e disturbi alimentari».
L’online è un campo fluido, sregolato e sregolante, travolgente per ragazzi non ancora capaci di autoregolazione emotiva. Nella relazione autorevole con l’adulto di riferimento si pongono le “transenne”, supervisione e contenimento, una cornice di senso. Allora si diventa grandi: figli che prendono in mano il percorso, la direzione del proprio andare e generano la propria identità. Questo è il compito per noi adulti: testimoniare la bellezza e la pienezza di una vita adulta, che non vuol dire perfetta, anzi, è faticosa! C’è bisogno di adulti capaci di reggere il peso della fatica. Allora saranno guardati, ammirati e seguiti, non senza qualche lamento, ma con un vivido presentimento: la vita, tutto sommato, è interessante; certo, ci possono essere cadute, sofferenze, fatiche ma è questa vita reale l’unica occasione che abbiamo per evolvere e dare senso a ciò che siamo. L’invito, dunque, è a far vivere ai ragazzi relazioni ed esperienze reali che allenano alla vita. E a farlo di concerto, supportando famiglie che si sentono più sole o fragili.
L’incontro con Pellai, che martedì 21 maggio ha riempito il Teatro Careni di Pieve di Soligo, è stato un bel segno di sinergia tra agenzie educative del territorio: Diocesi di Vittorio Veneto, Ufficio Catechistico Vittorio Veneto, Ufficio per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Vittorio Veneto, Unità Pastorale La Pieve, Azione Cattolica di Vittorio Veneto, Istituto Diocesano Beato Toniolo “Le vie dei Santi”, Università degli Adulti di Pieve di Soligo, con il sostegno economico di Trad&Co - Traduzioni e Convegni e Laredo Agenzia Viaggi. Insieme per essere adulti di riferimento, nella convinzione che, come ha sottolineato a chiusura dell’incontro il dott. Stefano Uliana, direttore del Collegio Balbi-Valier, «quanto s’investe nella crescita dei ragazzi genera bene nella collettività».